Cedolare secca: è possibile detrarre le spese di ristrutturazione?

Cedolare secca: è possibile detrarre le spese di ristrutturazione?

DOMANDA

Buongiorno, sono un contribuente con reddito da lavoro dipendente, ho un credito d’imposta per ristrutturazione immobile sostenuto nel 2017, posso scontare l’imposta derivante da cedolare secca su affitto di appartamento percepito nel 2022?

 

RISPOSTA

Gentile Lettore,

possono scegliere il regime della cedolare secca i proprietari (o titolari di un diritto reale di godimento, come l’usufrutto) che locano un immobile ad uso abitativo. Il regime della cedolare secca ha diversi vantaggi. Assolvendo la sola imposta sostitutiva, infatti, il canone di locazione non si cumula con gli altri redditi ai fini Irpef e addizionali.

Inoltre non sono dovute né l’imposta di registro né l’imposta di bollo per la registrazione, la risoluzione e la proroga del contratto.

Poiché la cedolare secca è un’imposta sostitutiva non è possibile scomputare dall’importo dovuto eventuali detrazioni fiscali per oneri e spese sostenute.

Tornando al suo quesito la detrazione relativa alle spese di ristrutturazione potrà essere recuperata solo se ha altri redditi soggetti ad Irpef. Al contrario se avesse solamente redditi soggetti a cedolare secca l’imposta sostitutiva sarà comunque dovuta per intero, mentre il beneficio fiscale sugli altri oneri e spese detraibili dall’Irpef andrebbero persi per incapienza.

 

Cosa c’è da sapere sulla cedolare secca

La cedolare secca è un regime opzionale per i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo effettuati tra persone fisiche che non agiscono nell’esercizio di un’attività d’impresa o professionale.

Il regime prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva di Irpef e addizionali per il reddito derivante dall’affitto dell’immobile e l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro e dall’imposta di bollo per registrazioni, risoluzioni e proroghe del contratto.

L’imposta sostitutiva è pari al 21% del canone di locazione annuo stabilito dalle parti, salvo che per i contratti a canone concordato, per cui si applica un’aliquota del 10%.

Scegliendo la cedolare secca, il locatore rinuncia alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente.

Gli esperti di 50&PiùCaf che rispondono alle vostre domande sono:
Marco Chiudioni, Stefania De Agrò, Ada Martino, Romeo Melucci, Giuseppe Russo.

Questa rubrica, curata dai nostri esperti fiscali, risponde al quesito più significativo e di interesse generale pervenuto nel corso della settimana.

Il QUESITO della settimana

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